Polizza temporanea caso morte – Detraibilità e tutela

Che cosa caratterizza una polizza temporanea caso morte? Chi deve stipularla e quando invece se ne può fare a meno?

Per tutelarsi di fronte all’evento più imprevedibile della vita di ognuno, ovvero il decesso, ci sono alcune assicurazioni specifiche come la polizza temporanea caso morte. La definizione di questo tipo di copertura assicurativa (che rientra nel Ramo Vita) è data semplicemente dal funzionamento, ovvero si tratta di un’assicurazione che fornisce una prestazione in denaro, di valore predefinito, al verificarsi del decesso dell’assicurato, entro la durata della copertura stessa.

Esempio

Poniamo il caso che ho deciso di assicurarmi per tutta la durata del mutuo, che è decennale. Dopo aver chiesto alcuni preventivi (Aviva, Generali o Unipolsai, ecc), scelgo l’assicurazione di Aviva perché mi sembra la migliore sia come rapporto costo della polizza e tipo di copertura offerta (ovvero minori esclusioni e maggiori massimali).

Il contratto che vado a stipulare è di 10 anni. Se entro questi 10 anni si verifica l’evento assicurato (ovvero la morte) allora la compagnia pagherà il massimale pattuito. Se invece decorrono i 10 anni senza che si verifichi il decesso, allora la compagnia tratterrà tutti i premi pagati (vedi anche Calcolo premio rc auto), e non sarà tenuta ad alcuna prestazione, per effetto della temporaneità della durata del contratto scelto.

Durata e carenza

La durata della polizza temporanea caso morte può andare da un minimo di 10 anni fino ad un massimo di 30 anni. In media le polizze più frequenti hanno durata però decennale. All’interno del periodo pattuito si deve considerare il periodo di “carenza”. Di che cosa si tratta? Consiste in un periodo in cui la copertura assicurativa, nonostante l’avvenuto pagamento del premio dovuto (il mancato pagamento è un’altra ipotesi di sospensione), rimane sospesa.

Questa sospensione può essere di tre, sei, 12 fino a 24 mesi a seconda del tipo di “rischio” da cui vuole proteggersi la compagnia di assicurazione (ad esempio 24 mesi si hanno per la morte in caso di suicidio o alcune malattie). Bisogna fare molta attenzione a come la compagnia gestisce il periodo di carenza, poiché al verificarsi di determinate situazioni, si potrebbe andare incontro al mancato rimborso.

Generalmente i tempi di carenza possono essere ridotti se si accetta di fare degli esami medici e delle visite presso strutture scelte dalla compagnia stessa. Altrimenti l’assicurazione può decidere di non farsi carico del rischio oppure agire allungando ulteriormente i tempi di carenza.

E’ abbastanza chiaro che può essere giustificato accettare una carenza di 24 mesi per una polizza temporanea caso morte di durata ventennale, ma se di 5 o 10 anni si potrebbe trattare di un tempo eccessivo.

Casi di esclusione e detraibilità

Le grandi compagnie di assicurazione prevedono cause di esclusione abbastanza allineate, ma bisogna sempre fare molta attenzione alle varie clausole (alcune possono essere negoziate mentre altre sono inamovibili). La detraibilità prevede l’applicazione dell’aliquota del 19% sul premio pagato entro la somma massima di 530 euro. E’ quindi evidente che l’aspetto della detrazione non ha praticamente alcun appeal per polizze di importo elevato.

Premio unico oppure a più tranche?

Un’assicurazione decennale verrà proposta soprattutto con la formula del premio annuale che si rinnova di anno in anno fino alla scadenza. In linea di principio la polizza temporanea caso morte a premio unico, pagato una tantum all’inizio del contratto, costa meno rispetto a quella che usufruisce della rateizzazione (vedi anche Finanziamenti Unicredit). Però specialmente se l’assicurazione viene fatta a tutela del rimborso di un mutuo o finanziamento, la scelta migliore e più conveniente è quella a premio periodico con capitale assicurato decrescente.