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Conviene ancora aprire un libretto postale al portatore?

Il libretto postale al portatore è una soluzione remunerativa proposta da Poste Italiane S.p.a. che attualmente offre un modesto 0,01%. Conviene ancora l’apertura?

La necessità di poter aumentare il controllo per scoraggiare il riciclaggio di denaro e per poter scoraggiare l’evasione fiscale, ha spinto i governi a definire delle limitazioni sempre più stringenti per i libretti al portatore. I bassi tassi di interesse applicati (tra le altre cose) li hanno resi meno convenienti che un classico conto corrente con basso tasso di remunerazione.

Condizioni economiche sul libretto postale al portatore

I tassi di interesse per i libretti postali al portatore sono più bassi rispetto a qualsiasi altra tipologia di libretto postale, a sottintendere una ovvia volontà di scoraggiarne l’apertura: solo lo 0,01% lordo. Il libretto postale al portatore non può essere trasformato in un libretto postale nominativo, ma bisogna operare alla chiusura di quello al portatore ed aprirne uno nominativo, fermo restando che non ci sono costi per nessuna di queste operazioni.

Le condizioni di “tenuta” (ovvero assenza di costi di gestione o commissione) valgono così come per ogni altro libretto postale, ma ci sono delle differenze ad esempio sulla operatività: le operazioni di prelievo e di deposito possono essere fatte da chiunque detenga il libretto e lo esibisca allo sportello dell’ufficio di poste italiane insieme ad un proprio documento di riconoscimento.

Tipo di Libretto Postale
Rendimento
Costi di apertura, gestione e chiusura
Spese operazioni di versamento e prelievo
Ritenuta fiscale
Libretto ordinario al portatore
0,01%
0,00 euro
0,00 euro
26%

Data rilevazione tassi: 26 Gennaio 2016.

Limiti del libretto postale al portatore

Nell’arco di un biennio si è passati ad importi depositabili sui libretti postali al portatore sempre più bassi. In un primo momento c’è stato il provvedimento di Tremonti che ne ha ridotto l’importo massimo depositabile (in tutto) pari a 2500 euro. Successivamente, dal 2012 con la manovra Monti, l’importo è sceso ulteriormente fermandosi a soli 1000 euro (che rappresenta la giacenza massima raggiungibile sul libretto stesso).

Libretti al portatore ‘dormienti’: cosa fare

Invece per quanto riguarda i libretti dormienti, anche nel caso del libretto postale al portatore (che tra l’altro per la sua natura è anche quello che si è trovato più spesso nella condizione di libretto dormiente), valgono sempre i 10 anni di inutilizzo del libretto stesso. Poste Italiane stila periodicamente degli elenchi, specificando anche il termine ultimo entro il quale bisogna dare delle indicazioni alla stessa Poste italiane sul libretto o procedere a una movimentazione per uscire fuori dallo stato di “dormiente”. Se ciò non viene fatto allora le eventuali somme presenti sul libretto postale vengono versate al Fondo creato con la finanziaria del 2006.