Accertamenti fiscali sui conti correnti bancari
Nel corso del 2012 si era parlato di un nuovo strumento in mano alle Agenzie delle Entrate per combattere gli evasori fiscali, che è diventato operativo con la firma da parte del direttore generale della stessa Agenzia, Attilio Befera, che risale al 25 marzo scorso.
In sostanza il segreto bancario, e non solo per quanto riguarda i conti correnti, ma per tutti i vari strumenti finanziari, viene a cadere, così da permettere all’Agenzia delle Entrate di effettuare i controlli incrociati tra: conti correnti e possesso dei vari strumenti finanziari di gestione e accantonamento del risparmio, redditometro e dichiarazione dei redditi.
In caso di discrepanze e scostamenti, tra quanto dichiarato e i flussi di denaro che passano sui conti correnti, e che vengono investiti o spesi, scattano gli accertamenti fiscali, dove spetterà al contribuente dare dimostrazione della ragione di queste differenze.
Accertamenti fiscali sui conti correnti, con il Sid (Sistema di Interscambio flussi Dati)
Anche se non c’è più il segreto bancario, le banche e tutte le società che hanno come obiettivo la gestione del risparmio e la intermediazione mobiliare (Sgr e Sim), oltre che gli uffici postali, dovranno inviare in totale sicurezza tutti i dati relativi ai vari conti correnti (comprese le carte prepagate con Iban e senza, sulla sola base delle ricariche effettuate), ma anche legate ai conti deposito, gestioni patrimoniali e investimenti nei differenti fondi, possesso dei buoni fruttiferi o anche semplicemente al numero di accessi alle cassette di sicurezza, oltre che alle spese sostenute attraverso l’impiego della carta di credito.
Per garantire la massima sicurezza in termini di privacy (ovvero i dati dovranno pervenire solamente all’Agenzia delle Entrate), è stato creato il sistema del Sid, ovvero il Sistema di Interscambio dei Flussi Dati, al quale tutte le banche operanti in Italia devono iscriversi.
Lo scambio dei dati avviene quindi solo per via telematica e, per evitare che il sistema dell’Agenzia delle Entrate venga ingolfato da una massa di informazioni eccessivamente intensa, le comunicazioni riguarderanno i differenti anni, con scadenze scaglionate.
Per la precisione, il provvedimento di Befera, prevede come scadenze: entro il 31 ottobre 2013 dovranno essere forniti i dati relativi ai propri clienti per l’anno 2011; entro il 31 marzo 2014 andranno comunicati tutti i dati relativi al 2012, e dal 20 aprile 2015 si dovrebbe andare a regime.
Gli accertamenti sui conti correnti e la soglia di differenze tollerata
Indubbiamente la quantità di informazioni che entrerà nel sistema di elaborazione dati dell’Agenzia delle Entrate sarà estremamente elevata. Per evitare che si verifichi una situazione di stallo, e concentrarsi solo sulle differenze che possono effettivamente essere imputate a situazione di evasione fiscale, è stata stabilita una soglia di “tolleranza” ovvero una percentuale entro la quale l’accertamento non dovrebbe scattare, secondo quanto detto sempre dalla stessa Agenzia delle Entrate.
Questa soglia è stata fissata ad un 20%, per cui solo al di sopra di tale gap bisognerà essere pronti a dare tutte le giustificazioni del caso, e di conseguenza anche addurre i documenti a supporto delle movimentazioni effettuate.
Questo genere di controllo si va ad aggiungere, e non sostituisce, la necessità di dare una spiegazione ogni qualvolta verrà effettuato un prelievo sul proprio conto o libretto, superiore ai mille euro.