Conto corrente semplice: definizione e funzionamento
Conti correnti online a pacchetto, modulari e personalizzabili. Ma qual è la soluzione più semplice per ottenere un conto funzionale a zero spese?
La necessità di riconquistare gli utenti delusi dalla scarsa trasparenza che per anni ha caratterizzato i rapporti con le banche, ed il bisogno di avvicinare coloro che non hanno mai voluto un conto corrente, ha spinto nel 2009 la Banca d’Italia nella determinazione delle caratteristiche del conto corrente semplice. Vediamone insieme le caratteristiche principali.
Differenza con i conti base
Il conto corrente semplice presenta delle caratteristiche molto vicine a quello che è stato denominato conto corrente di base. Entrambi sono nati dalla volontà di offrire dei conti, dotati di servizi fondamentali ma comunque abbastanza esaustivi per permettere un utilizzo orientato a regolare pagamenti e accrediti. Questa somiglianza ha spinto alcune banche a non offrire parallelamente alla propria versione di conto base anche un conto corrente semplice. In realtà però le differenze ci sono e possono essere anche notevoli per una buona fruibilità dei servizi.
Per prima cosa nel conto corrente di base non c’è stato un vero e proprio processo di standardizzazione. Ciò ha permesso alle banche proponenti di definire in modo diverso le caratteristiche ed i servizi compresi, che devono garantire solo un uso “tipico”. Generalmente non sono stati compresi il libretto degli assegni e delle carte di credito, mentre è presente il bancomat.
Ma al di là di garantire caratteristiche semplici da capire e costi applicati facili da controllare, ogni istituto di credito ha avuto la possibilità di poter scegliere o meno l’applicazione di un canone, la tipologia di operazioni ivi comprese e quelle invece a pagamento, ecc. Quindi nonostante i conti base si assomiglino tra loro, non si ha un vero e proprio processo di standardizzazione, il che lascia maggiore libertà alle banche di poter definire ciò che intende offrire per garantire l’uso di un conto che comunque deve avere costi molto bassi, e qualche volta anche sostanzialmente nulli.
Nel conto corrente semplice invece la standardizzazione è un aspetto fondamentale. Il conto deve essere strutturato in modo tipico con delle caratteristiche specifiche, seguendo questo schema:
- presenza di un canone omnicompresivo (quindi una volta pagato il canone si ha la certezza di non veder lievitare il costo di gestione del conto stesso), che può essere anche pari a zero. Attenzione: ciò non significa che non ci sia un canone, ma che il canone di cui è stato dotato quel conto è pari a zero oppure è azzerabile, ecc;
- sistema di pagamento compreso in modo obbligatorio: carta di debito (assegni e carte di credito non sono invece previsti);
- numero di operazioni comprese nel canone: il conto viene strutturato tenendo conto delle esigenze di un target di clientela. Tuttavia un uso che superi il numero di operazioni mensili o trimestrali incluse prevede nella maggioranza dei casi un costo per operazione in più. Comunque alcune banche hanno incluso nel canone operazioni illimitate, eliminando anche questa voce di costo;
- applicazione di un canone “calmierato”: di norma il canone non dovrà superare i 60 euro all’anno;
- mancanza del conto titoli, fido, ecc.
Tutti questi aspetti sostanzialmente devono garantire due obiettivi: concreta possibilità di risparmiare sui costi di gestione del conto stesso, e massima trasparenza sulle condizioni applicate (il che costringe le banche ad adottare fogli informativi semplificati e di facile consultazione e confronto).
Differenza dal conto per corrispondenza
Il conto per corrispondenza (che a sua volta risulta essere regolamentato dal codice civile) si fonda invece sul “mandato” che il correntista dà alla banca perché questa svolga servizi di “cassa” sia per i pagamenti che per gli accrediti. Quindi la banca dovrà e potrà gestire moltissime operazioni differenti, molte delle quali non sono previste né nel conto corrente di base e tanto meno in quello semplice. Di contro la banca non deve sottostare a nessuna forma di standardizzazione nell’offerta.
Dal conto semplice a quelli evoluti
La vera novità che troviamo oggi nell’offerta dei conti correnti da parte delle banche è invece legata ai conti a pacchetto che spesso sono organizzati in modo modulare. Alcune banche hanno quindi effettuato una proposta che parte proprio da un conto semplice che con l’aggiunta di qualche servizio aggiuntivo, voci ed operazioni non incluse nello schema standard si stacca dalla categoria e passa a quella dei conti ordinari più o meno evoluti.
Un esempio a riguardo lo troviamo con il conto My Genius di Unicredit. Infatti nella sua versione di “base” si parte da un conto semplice, con canone pari a zero e bancomat compreso, oltre a una serie di operazioni incluse. Mano a mano che si vogliono altri servizi e prodotti, come assegni, carta di credito, conto titoli e servizio di investimenti, ecc, si dovranno sottoscrivere gli altri moduli.
C’è da notare che anche questi saranno sempre con canone fisso mensile omnicomprensivo, ma non si potrà più parlare di conto semplice perché ci saranno delle condizioni e caratteristiche che tipicamente la stessa Banca d’Italia ha escluso già nel 2009, perché atti a soddisfare le necessità di un’utenza più esigente ed evoluta.
E’ sempre il più conveniente?
Il conto corrente semplice rispetto a quello ordinario, presenta sicuramente maggiore semplicità di gestione e trasparenza. Ma semplicità e trasparenza non necessariamente risulteranno sinonimi di convenienza. La prima regola perché un conto sia conveniente è dettata dalla capacità di soddisfare in modo completo le necessità del suo titolare. Un conto dotato di aspetti essenziali, che costa poco, ma che costringe ad aprire e mantenere altri rapporti non necessari (anche con broker esterni per investimenti, con carte ricaricabili o conti elettronici alternativi, ecc), normalmente non può essere considerato conveniente in senso stretto ed assoluto.
Di questa tipologia di conto va apprezzato lo sforzo di creare un prodotto che ponga in cima alla lista delle caratteristiche la trasparenza. Questo ha permesso agli utenti delle banche di avere fin da subito un termine di paragone utile a comprendere meglio le caratteristiche riportate nei fogli informativi meno semplificati, riuscendo nel contempo a trovare quelle condizioni tipiche che non dovrebbero mai mancare. Ciò rende più semplice constatare l’adeguatezza dei costi e delle commissioni applicate anche ai servizi e prodotti che per definizione non possono rientrare nel conto corrente semplice.