Opinioni Buoni fruttiferi postale di Poste Italiane: convengono ancora oggi?
E’ del novembre 1953 la serie I, prima emissione dei buoni postali ordinari, con un tasso nominale fino al 5% e una durata di 20 anni. Da quel momento un successo continuo per l’investimento più sicuro degli italiani. Oggi è ancora cosi?
Poste Italiane, la carta vincente
Il grande successo dei buoni fruttiferi postali, fin dalla prima emissione, è dovuto a diversi fattori:
- la sicurezza e la garanzia del rimborso del capitale: i buoni, pur essendo un investimento di lungo periodo, possono essere riscattati in qualsiasi momento ed il capitale sarà sempre completamente rimborsato. Diventano invece fruttiferi solo dopo 12 mesi dalla sottoscrizione.
- Ritenuta fiscale agevolata: Inizialmente la ritenuta fiscale era addirittura assente, oggi è del 12,5% pari ai Titoli di Stato, meno della metà rispetto ai conti deposito, libretti, obbligazioni o azioni (26% da luglio 2014).
- Il rendimento crescente negli anni: Negli anni del boom, a cavallo tra l’80 e il ’90, si sono toccati picchi con tassi fino al 15% annui (con durate complessive fino a 30 anni). Interessi stratosferici che non si discostavano da quelli azionari, ma con il vantaggio che erano prestabiliti senza oscillazioni.
- La solidità delle Poste Italiane.
Le serie moderne
Negli anni il successo si è affievolito, vuoi per l’introduzione di nuove forme di investimento come i conti deposito, vuoi per un’inesorabile ed inevitabile discesa dei tassi. La Cassa dei Depositi e Prestiti (CDP), che gestisce le emissioni, non è più stata in grado di garantire gli interessi record per un motivo molto banale: le sottoscrizioni erano troppe!
Nel 2014 però i buoni ordinari possono tornare d’attualità: la legge n. 89 del 23 giugno 2014, che riguarda la tassazione delle rendite finanziarie, ha innalzato dal 20% al 26% l’aliquota di tassazione dei redditi di capitale per i principali strumenti finanziari, escludendo da questo aumento i Titoli di stato italiani ed esteri come anche i Buoni fruttiferi postali (che rimangono al 12,5%).
I rendimenti delle attuali serie (C15 luglio 2014), sono però ancora molto bassi:
- dallo 0,25% rendimento effettivo annuo lordo alla fine del primo anno, fino al 2,16% effettivo annuo lordo alla fine del 20° anno, interessi calcolati bimestralmente dal 12° mese in poi (il riscatto anticipato li rende infruttiferi), a capitalizzazione composta.
- possono essere emessi in forma cartacea (50 euro o multipli) o in forma dematerializzata (250 euro o multipli).
- il bollo è assoggettato secondo le normative vigenti, attualmente 0,2% senza l’applicazione di un’ imposta minima e con un’ esenzione prevista per chi possiede buoni di importo complessivo inferiore a 5.000 euro.
Quando sottoscrivere
Noi di migliorcontocorrente.org consideriamo i buoni ordinari un ottimo investimento ma da non sottoscrivere oggi, aspettando serie migliori e “prendendo la palla al volo” qualora dovessero ricapitare serie come la B86 e B87 di dicembre 2011 e gennaio 2012, tanto per fare 2 esempi, con rendimenti effettivi lordi a partire da 2,4% fino al 4,7% a scadenza.
E stiamo parlando di neanche 3 anni fa! L’era dei buoni non è quindi mai tramontata, ma semplicemente ciclica.
Condizioni economiche serie C15
Data Rilevazione tassi: 24 Ottobre 2014